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1106. La Negativa avversione verso la Materia

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Rifiutare le varie espressioni della vita e irreggimentarsi solo verso alcune di esse porta squilibrio, disarmonia, incompletezza.
L’atteggiamento di rifiuto, di molti Sadhaka, nei confronti del mondo fisico non fa altro che legarli di più ad esso. Il loro rifiuto li costringe a una costante attenzione su tutto ciò che è materiale e quindi da evitare, ma tale costrittiva attitudine finisce per legarli fortemente al mondo fisico e senza goderne naturalmente.
Pur praticando una ferrea disciplina, castigativa, non ottengono quanto ricercano ma neanche usufruiscono dei frutti della cosiddetta pratica del bene perché il loro finisce per essere il lato “inverso” del bene.

Il Sadhaka deve procedere verso la completezza, verso la reintegrazione di ciò che è diviso, separato, frammentato, diversificato: deve ritrovare l’unità; deve ritrovarsi nell’Uno.

Quanto è nell’uomo, è proteso spontaneamente, naturalmente verso la vita intera. È solo quando egli, con le proprie convinzioni erroneamente indirizzate, manifesta scelte che producono un’alterazione e una distorsione nelle funzioni percettive dei sensori preposti, che cade nella scelta del bene perché le trasforma in male.
Rifiutare le gioie della vita non rende superiori ma schiavi.

Il risveglio comprende sia lo sviluppo dei cinque sensi, al massimo delle loro possibilità, sia tutta la gamma di percezioni possibili oltre i cinque sensi.
Trascurare il tratto di percorso delle esperienze sensoriali con un’attitudine separativa fa ottenere una crescita superiore monca.
Il Sadhaka non deve dimenticare che su ogni uomo che sceglie il bene, agisce anche il male.
Vedere il bene (valori) come a una doverosa unica rigida scelta, schiavizza l’individuo nella stessa misura di chi è schiavizzato dalle passioni (considerate negative; scelta del male).

Chi assume un atteggiamento interiore di rifiuto verso molte espressioni della vita, manifesta rigidità, e la rigidità è separazione (dall’Intero, allontana dal senso di Unità, che è bene) ed evoca pensieri e comportamenti discriminatori, alimenta la presunzione, l’intolleranza e facilita l’arroganza.

Si vuole far percepire un punto di vista al di sopra dei contrasti, delle contrapposizioni.
Una ferma rigidità di scelta, che non considera l’Intero, sul bene o sul male, produce sempre male.
Fluire nella vita senza pregiudizi aiuta a fare scelte non rigide.
Aprire il cuore al Bello e al Vero fa conoscere il vero Buono (Bene).

Lo sviluppo del pensiero che controlla i sensi offre la capacità di afferrare entrambi i fattori, il Bene e il Male, avvertendone l’inconciliabilità ma non è un essere al di là, al di sopra, oltre.
Il Vero Bene, rispetto al bene e al male, è il Risveglio dell’Uomo (l’Uno senza secondo), il riassorbimento di tutte le contrapposizioni.

 

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