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1110. Non c’è un secondo

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Non c’è un secondo”.
Così dicevano gli antichi rishi perché, in effetti, non esiste un noi e un loro, così come non esiste un io e un lui, ma solo un noi e, in definitiva, un Io Universale.
L’essere umano dovrebbe preoccuparsi di lavorare per evitare che i propri pensieri e le proprie sensazioni siano manipolati dai media, dalla politica, dalla religione, dagli insegnamenti, dai mercati finanziari, dai medici e da tutto il resto.

L’uomo, da millenni, vive ingannato riguardo alla sua vera identità e la vera natura della legge cosmica.
La proiezione di questo inganno assume nell’uomo la credenza in un’autorità esterna (in un Padrone, in un Punitore, umano o divino). Questo credo ha creato tutte le condizioni di riverenza e di timore, di paura e di punizione.
Il terrore della morte deriva da questo credo, frutto di una convinzione partorita dall’interpretazione sbagliata della legge cosmica.
La fonte della manipolazione ha fatto tutto il resto: lo sdoppiamento della personalità dell’Essere facendo dimenticare che c’è solo UNO.
Per i molti aver dimenticato di essere UNO ha significato conflitti, guerre continue, terrorismo, calamità, scelte distruttive, preoccupazione delle risorse, tirannia.

La maggior parte degli uomini non sa di essere qualcosa di ‘più’ di un corpo fisico che sperimenta una vita come tante. Ignora del tutto di essere una coscienza infinita che sperimenta questo mondo attraverso l’esperienza.
L’uomo se impara a “sentire” il mondo degli esseri e delle cose dall’interno di se stesso (come una forma di empatia) potrà sperimentare, a brevi stadi inizialmente, una sorta di comunione con la totalità degli elementi naturali, con la crescita di un sentimento profondo che abbraccia tutti gli esseri come UNO solo, un sentimento che non può non chiamarsi AMORE.
Risvegliare questa natura dimenticata dell’uomo significa vederlo rialzare allo Stato di Unità Originario.

 

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