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151. I Musicisti e i Corpi Sottili di Cyril Scott

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La maggior parte delle persone ammette, almeno all’inizio, che le funzioni psichiche dell’artista – creatore o interprete – differiscano da quelle dell’uomo medio. Ci proponiamo qui di mostrare, alla luce dell’occultismo, in cosa risiede la differenza. Innanzi tutto bisogna affermare che la generalità degli artisti vive più con l’aiuto del sistema simpatico che con quello del sistema cerebrospinale, vale a dire più per mezzo dell’emotivo che per mezzo del mentale. Questo pone l’artista di fronte a delle difficoltà maggiori poiché, in particolare il musicista che crea o interpreta, si trova frequentemente lui stesso alla mercè delle emozioni, anche se si sforza di controllarsi e di equilibrarsi con gli altri. Essendo per così dire l’interprete “patentato” delle emozioni ed essendo in contatto con il pubblico che lo osserva sotto questa luce, la personalità dell’artista è soggetta a degli ingorghi emotivi che pochi artisti sono in grado di comprendere o di controllare, perché non hanno la forza di resistere consciamente alla miriade di forme pensiero che lo assalgono. Una tale forza di resistenza potrebbe essere acquisita solo dopo che un certo controllo sui veicoli inferiori fosse stata realizzato, cosa difficile, poiché il vero musicista è dotato di un corpo astrale positivo che l’oppone a quello negativo dell’uomo medio ordinario, da qui le agitazioni che tormentano così sovente la natura passionale dell’artista.

I compositori, come gli esecutori, non sono sempre in grado di fare una distinzione fra le innumerevoli influenze che i loro corpi sottili subiscono, per la semplice ragione che la scienza dei suoni non è ancora conosciuta in Occidente. Il compositore, in particolare, s’avventura senza cartina in un mare sconosciuto nell’attesa dell’ispirazione. Ciò che riceve può elevare ed ispirare, così come può esercitare un’influenza contraria. La sua responsabilità è grande, anche se a volte la ignora. C’è sempre stata una certa corrente d’ispirazione emanata dalla Loggia Bianca, ma la misura nella quale è perseguita dai compositori dipende completamente dal livello del loro sviluppo interiore.

Inoltre, le difficoltà che affrontano i musicisti sono accresciute dal ruolo che a volte giocano i Deva, come abbiamo visto nei casi di Wagner e di Scriabin. È per questo che i Maestri hanno dovuto sviluppare certe correnti speciali per mascherare l’inevitabile mancanza d’adattamento che si produce quando gli umani, in questo caso dei compositori, sono “visitati” dalle Entità che, come abbiamo detto, sono quasi sempre estranee alle limitazioni e alle esigenze della vita terrena. Grazie a questi mezzi i rapporti possono essere coordinati meglio, ma resta adesso da vedere come l’artista di domani reagirà di fronte a queste grandi occasioni che gli sono offerte. Si può dire che fino ad ora i contatti sono stati sporadici e quindi molto insoddisfacenti; questo perché o i Deva non sono riusciti ad influenzare gli artisti in maniera abbastanza ritmica, o gli artisti non sono stati capaci di sostenere la tensione richiesta da queste vibrazioni elevate. Alcuni Maestri si stanno attualmente specializzando nel compito di dirigere i più elevati tipi di Deva, suggerendo loro le linee di condotta da adottare e consigliando quelle che fino ad ora si sono dimostrate utili o disastrose per il loro risultato.

Sembrerebbe molto più saggio da parte dei compositori differire qualsiasi tentativo di cooperazione con queste Entità, fino ad una prossima incarnazione quando saranno più avanzati ed in grado di fare la distinzione nei loro corpi superiori fra i Deva più elevati e l’elemento irresponsabile che caratterizza i piccoli spiriti di natura meno evoluti. Bisogna aggiungere che una tale cooperazione necessiterà di un’intensa stimolazione del corpo causale, il quale si rivelerà solo lentamente alla parte cosciente del cervello del corpo fisico. Questo sarà l’unico modo d’entrare in contatto con i Deva superiori che sono in rapporto con i Maestri e di eliminare le influenze di natura inferiore.

Questo sarà inoltre l’unico metodo che otterrà l’aiuto della Loggia, perché è stato riconosciuto che i mezzi che tendevano ad eccitare i centri fisici, fino ad essere coscienti della presenza degli spiriti di natura, erano pericolosi se erano praticati da persone irresponsabili e senza scrupolo.

Tutti coloro che possono entrare in contatto con i Deva senza pericolo, sia nella loro attuale incarnazione fisica si al di fuori di essa, sono perfettamente conosciuti dalla Loggia, grazie alla risonanza della loro nota particolare nei piani interiori. Sono messi alla prova ed imparano a collaborare con i Deva quando sono fuori del loro corpo fisico, e questo molto tempo prima di sapere ciò che succede su questo piano. Non conoscono il segreto d’invocare i Deva nello stato di veglia cosciente, fino a quando i Maestri non li giudichino pronti; quando questo privilegio è accordato sarà solo un modo per servire l’umanità, perché, se una tale conoscenza si generalizzasse senza garanzia, coloro che sono portati all’acquisizione di poteri personali sarebbero capaci di convincere i Deva ad eseguire la loro volontà, ripetendo così gli errori catastrofici compiuti in Atlantide.

La musica nel prossimo futuro tenderà a diventare più armoniosa di quella di questi ultimi anni, al fine di favorire questa collaborazione fra i Deva e gli artisti e di permettere all’uomo di gustare una migliore serenità di cuore e di ottenere un miglior controllo dei suoi veicoli inferiori.

È solo quando questa maestria e questa tranquillità saranno state acquisite che i Protettori della Razza faranno conoscere al mondo la cosiddetta musica buddhica che ci darà allora accesso, senza pericolo, ad un’illuminazione interiore, la cui grandezza supererà tutto ciò che di più bello conosciamo attualmente sulla terra. Ma bisognerà ancora aspettare perché se questa musica ci fosse rivelata troppo presto, darebbe sicuramente luogo a delle reazioni contrarie nei temperamenti non ancora pronti. La musica alla quale stiamo alludendo assomiglierà in un certo senso ad un mantra indiano con la seguente differenza: mentre l’antico sacerdote musicista si sforzava di elevare la sua coscienza al piano mentale per dominare gli impulsi del corpo delle emozioni, il compositore di questa nuova era musicale invocherà con la musica le Entità dei piani superiori. Grazie ad uno sforzo sinceramente diretto verso il componimento di questo vasto piano, riceverà la benedizione e la protezione della Loggia, giacché la discesa delle forze dall’alto verso il mondo in basso sarà uno dei processi messi in atto per l’evoluzione della razza nei secoli futuri.

tratto da “L’Influenza segreta della Musica” – Edizioni Synthesis

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