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195. Titanismo di Paolo M. Virio

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Forze oscure sotto innumerevoli forme cercano nell’epoca attuale di portare in modo sempre più possente ed accelerato la crisi del mondo moderno a conclusione catastrofica.
Esse operano molto in senso di sovvertimento degli ultimi valori tradizionali dello spirito ed anche in senso di disgregazione delle superstiti compagini sociali che ancora si appellano ad un ordine supermateriale, a modelli e simboli di dignità e di grandezza, trasmessi dalle più remote civiltà.
Confusioni, travisamenti, deviazioni e profanazioni risultano diffusamente in atto in tutti i settori della vita pratica e della cultura occidentale e così pure nei vari campi dello spiritualismo.
Si constata che dopo il turbine della recente guerra il volgo di ogni ceto più di prima si lascia lusingare dai richiami di un facile materialismo e si abbandona ad ogni possibile edonismo. D’altra parte però ci si accorge che gli individui più coscienti e retti non sono disposti a disperare di se stessi e del mondo, che anzi vogliono tener fermo un entusiasmo per l’azione, per la lotta contro ogni sovversione, per improntare di un significato superiore almeno la loro vita.
E costoro, quasi nascosti in questo mondo in cui dominano lo scientismo arido e rigido, la potenza nuda ed impersonale delle macchine, le ricerche utilitarie volte al dominio completo della natura esteriore, costoro anelano di avere una nuova adeguata visione della vita, di sorpassare il piano delle speculazioni astratte e del fideismo devozionale, di forgiarsi una spiritualità viva ed operosa.
Ora appunto è giuocando su tali insopprimibili esigenze che le forze oscure, di cui dicevamo in principio, presentano in termini di titanismo eroico, di luciferismo glorioso la realizzazione spirituale, vale a dire che propongono un atteggiamento che in fondo vuole essere rudemente virile ed egoisticamente dominatore rispetto alla spiritualità e che esalta come qualificate al riguardo le religioni pagane, nonché le fabulose saghe ed i miti preistorici.
Ciò non col mostrare negli spiritualismi antichi quel che essi hanno di universale e di immutabile come eterno valore dello spirito, quel che hanno di grandioso, di possente, di luminoso come aspetto di realizzazione metafisica individuale e collettiva, ma anche esibendo sempre dei raffronti dai quali la religione cristiana possa apparire così sminuita da venir dispregiata prima e rigettata poi senz’altro.
Di contro ai valori tradizionali cristiani si parla di mettersi al di là del bene e del male ma si considera una impostura la coscienza morale, si nega che l’anima spirituale sia immortale per natura e si afferma che possa diventar tale solo nel caso di coloro – i rarissimi privilegiati – che sanno conquistare una autosufficienza al riguardo; si sminuiscono le necessità e la conseguente efficacia metafisica della religione per le masse ed i significati che la stessa detiene in molte sue forme riservate, cercando di farla apparire in tutto come una manifestazione di origine oscura, adatta solo alle plebi ignoranti, alle anime sciocche e servili.
Qui solvit Christum, hic antichristum est, ha detto l’apostolo Giovanni. Tali atteggiamenti titanici sono un preciso segno dei tempi.
Effettivamente il cristianesimo – specialmente come cattolicesimo – negli ultimi secoli si è depotenziato di certi aspetti superiori sia dal lato dottrinario sia dal lato di ascesi, per dar luogo ad un molle sentimentalismo e ad un devozionalismo esterioristico ed ignorante.
Infine con il progressivo scomparire delle classi aristocratiche e guerriere, con il venir meno delle élites tradizionalmente intellettuali – per le quali si è parlato appunto di trahison des clers – la religione ha voluto scendere incontro alle masse e tentare quasi un ultimo disperato rimedio per salvare il salvabile offrendo come mezzi di salvezza un fideismo sempre più pratico e giuridico ed un sempre più esterioristico devozionalismo basato sull’immediatezza del sentimento.
Basta però richiamarsi un poco ai testi dei primi Padri della Chiesa per trovare subito certi caratteri virili, certi nobili aspetti ascetici, tutta una spiritualità grandiosa e sublime, eroicizzante. Molti autori cattolici come lo Stolz e il Bardessi, il Barsotti e il Lossky, e in genere i benedettini, si sono diretti a risvegliare l’attenzione sugli aspetti gloriosi e trasfiguranti della dottrina e dell’ascesi del cristianesimo primitivo, spetti che si riscontrano pure nei movimenti detti eretici.
Se poi guardiamo al tanto misconosciuto e diffamato Medioevo troviamo un lampeggiare continuo di alta e severa spiritualità, permeata di chiara potenza e traboccante di ebbrezza celestiale. Ma soprattutto è nell’esoterismo cristiano, ossia nelle tradizioni segrete, riservate, delle innumerevoli correnti iniziatiche che il cristianesimo si mostra in forme di in attenuato splendore metafisico, di lucida e precisa conoscenza, di ascetismo dignitosamente virile e compiutamente realizzativo.
Una tale spiritualità, trasmessa con tradizione occulta ed ininterrotta fino ai tempi attuali, risplende nei testi ermetici dell’Ars Regia per chi sa scorgere i significati sacri dei simboli dell’Alchimia, balena nelle leggende eroiche dei Cavalieri del Santo Graal di cui sono conosciute popolarmente le figure di Parsifal, di Amfortas, di Lohengrin; pervade in profondità la enigmatica organizzazione guerriero sacrale dei Templari, illumina l’apparizione misteriosa degli autentici Rosa-Croce.
Occorre far conoscere tale cristianesimo perfuso di irradiante chiarezza e di pura affermazione, trasfigurato ed eroicizzante, che contiene motivi che possono dirsi in un certo senso veramente rivoluzionari come non si saprebbe altrimenti concepire, e atti alla ricostituzione di un ordine tradizionale.
Una siffatta spiritualità cristiana a chi sente la viva esigenza di superare effettivamente il fideismo popolare e la gretta devozionalità, può offrire uno stile di vita acceso di austera dignità, di sereno autodominio, di limpida realizzazione trascendente.
Purtroppo tanti cercatori – già fuorviati da Nietzsche, e da Stirner, da Weininger e dalle filosofie idealistiche e volontaristiche, dai sistemi religiosi immanentistici dell’India – per ignoranza dei significati più profondi e deificanti  della dottrina del Cristo – si lasciano affascinare da atteggiamenti di boriosa autosufficienza, di superuomismo crudemente egoistico, esaltandosi in folli speranze di aggressioni al mondo divino.
L’atteggiamento titanico nelle varie forme e nei vari campi non è certo nuovo e solo proprio ai tempi correnti, perché le influenze luciferiche o delle forze sub-umane e abissali che dir si voglia, hanno sempre suscitato anche rispetto alla spiritualità deformazioni, errori e prevaricazioni. Adesso però che si ha il culto della tecnica e dell’energia, che si cerca di rifuggire non solo dal sentimentalismo ma anche dal sentimento e dalla moralità, che si vuole apparire spregiudicati e positivi e al di là del bene e del male, proprio adesso il pericolo di caduta è maggiore.
E’ vero che atteggiamenti del genere risultano più su un piano di dilettantismo letterario e filosofico, ma pure non mancano gli ingenui e gli orgogliosi che vanno a deformare la loro mentalità, la loro indole, tutti i loro rapporti sociali e anche interiori proprio in base a concezioni di egotismo assolutistico e di gelido amoralismo, concezioni che finiscono per produrre gravi delusioni e conseguente disgusto per ogni spiritualismo oppure forme masochistiche, manomaniache e talvolta di perversione.
La segreta aspirazione di tanti individui, che sentono i richiami del mondo trascendente, è di accedere ai misteri della religione in modo attivo e nobilmente virile, di potenziare la propria personalità di chiarezza di conoscenza superiore e di virtù di tipo guerriero: per questo si volgono a guardare alle antiche civiltà dai tratti sacrali ed eroici dell’Egitto, dell’India, della Persia, dell’Ellade, di Roma.
Ma, gli antichi caratteri tradizionali sono tutti confluiti in forme palesi ed occulte in quella manifestazione superiore che è il Cristianesimo, e noi abbiamo accennato per i qualificati che le dottrine esoteriche cristiane possono offrire in pieno quel senso di grandezza e di sublimità che è oltre ogni titanismo pagano, quel valore effettivo e trasfigurante di realizzazione metafisica dato dalla divina redenzione operata da Gesù Cristo, che può portare luminosamente la personalità a reintegrarsi e a liberarsi nello Spirito.

tratto da “La Tradizione Esoterica Giudaico-Cristiana” di Paolo M. Virio – Bastogi –


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