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281. L’opera contro i “Figli di Dio”

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Quando Dio creò gli “Esseri Luminosi delle Origini” solo alcuni (un terzo) di essi persero il loro posto nella “Sfera dell’Alto”, dopo la Grande Ribellione. I ribelli “caduti” persero anche il ruolo di co-creatori (insieme a Dio).
I ribelli “caduti” conservarono la coscienza-conoscenza sulla Scienza della Creazione e con tutto il rancore possibile non hanno mai rinunciato a cercare di creare un essere superiore rispetto a “quelli” creati da Dio. Nella loro conoscenza c’è un anello (un iter procedurale) mancante che li fa essere per forza inferiori a Dio.
Da quel risentimento delle origini, nella “Sfera del Basso”, hanno tentato diverse volte di creare un essere superiore all’uomo (originario).
L’Oppositore, con i suoi eserciti di esseri ribelli “caduti”, ha fatto, di questo piano di esistenza (relativo e illusorio), il proprio regno dominante contro l’uomo e contro il piano di Dio. Dalla fase finale della civiltà di Lemuria, e successivamente in Atlantide, hanno praticato e ispirato, agli esseri umani lasciatisi corrompere, azioni malvagie. La “Filosofia del Serpente”, insidiosa educatrice, ha sempre influenzato, da allora in poi, ogni forma di corrente di pensiero, in modo manifesto o in modo velato.
Questi esseri ribelli “caduti”, ai tempi in cui erano chiamati Nefilim, hanno sperimentato orribili creazioni tramite l’ingegneria genetica messa in atto. Lontani da Dio riuscivano solo a tirar fuori dai loro ossessivi esperimenti delle creature animate-robotiche che poi impiegavano come schiavi, obbedienti ai loro ordini. Hanno usato la sperimentazione genetica sull’essere umano e sugli animali. Non hanno risparmiato nemmeno il mondo delle piante che, con il risultato di alcuni esperimenti scientifici dagli oscuri intenti, la manipolazione ha permesso la produzione di piante da cui si sono ricavati gli oppiacei come la marijuana e molti altri stupefacenti.
Gli interventi di ingegneria genetica sull’uomo avevano lo scopo di controllarlo e soprattutto di interferire sul suo rapporto con Dio.
Gli esperimenti, motivati dall’Oscurità e non dalla Luce, manifestavano risultati aberranti: sconcertanti fusioni di DNA umano con quello animale produssero quelle creature ibride, di cui resta testimonianza nella mitologia di tutto il pianeta. Infatti, riusciti a decodificare il DNA umano, in più occasioni lo hanno profanato diabolicamente. Hanno deviato lo schema evolutivo divino. Con la manipolazione del codice genetico hanno creato non un essere superiore all’uomo ma delle classi ereditarie genetiche per controllare l’umanità tutta. Manipolare l’RNA (struttura semplice ad elica singola) e il DNA (struttura complessa a doppia elica) ha significato ostacolare e ridimensionare le naturali possibilità dell’essere umano di relazionarsi con Dio. La matrice di Vita rappresentata dal DNA e dall’RNA contiene un codice segreto di luce divina che gli oscuri non sono riusciti a carpire e per questo l’hanno voluta profanare. Una rete di Luce divina, dalla funzione codificatrice, coordina l’attività dei codici distribuiti in ogni parte dell’essere umano che lo interconnette a tutte le realtà connesse a Dio ma che nell’attuale situazione deve essere riattivata con un processo di ritorno all’Origine (mediante una Sadhana). Importanti frequenze, codici per tutti i livelli di ordine cosmico, devono essere riattivate per far si che il mistero dell’Immagine della fase umana corrisponda all’Immagine della fase Divina. Deve essere ripristinato un ordine divino al posto del Caos liberato.
Le conseguenze della diabolica manipolazione genetica sono state terribili: innaturale funzionamento degli emisferi cerebrali (di destra e di sinistra); perdita del funzionamento originario del sistema neurologico; onde cerebrali incoerenti (ridiventano coerenti con la meditazione); squilibrio nel sistema di regolazione dell’energia vitale (del prana: ecco la necessità del pranayama consapevole); alterazione della capacità di esperire consapevolezza (a più livelli: psichica umana; animica; cosmica); disallineamento dell’Antahkarana (l’Organo interno) che impedisce lo scorrere della Luce verso la corrente di Vita spiritualmente superiore (dell’Alto); indebolimento dei sistemi che regolano l’attenzione e filtrano gli influssi che tendono all’ottundimento dei recettori mentali; danni al sistema di ricettività delle frequenze superiori (possibili alle Origini dell’Uomo Spirituale). Sono state inibite le facoltà spirituali naturali dei “portatori di Luce” (l’Uomo Spirituale Originario) per ridurli a semplici veicoli fisici da manipolare a piacimento.
Il pianeta è intriso di “Male” per l’opera sistematica svolta sin dalle origini dal Grande Oppositore, al punto da far pensare a molti che il bene non debba più esistere.
Il Male che oscura l’Umanità è tale da oscurare ogni razionalità.
Il primo importante passo da compiere, per ogni ente di questo pianeta, è quello di “accorgersi” che c’è “qualcosa” che non va nel mondo. Osservare con attenzione e rendersi conto che “qualcosa” sembra muoversi con una oscura intenzione contro l’umanità. Notare che ci sono troppe spine sul cammino dell’uomo, un moto accanito contro.
Molti sono i “pesi” messi sulle spalle dei singoli enti di questo pianeta e spesso si tratta di pesi che non dovrebbero portare. Rendersi conto che questi “pesi” possano essere più equamente distribuiti è fondamentale.

Se la giara che io porto sulla testa è tanto pesante da provocarmi un forte dolore, questo mi può essere alleggerito da un altro. Ma se soffro la fame, la sete e così via, questa sofferenza nessuno può allontanarla se non io stesso.”

Samkara – Vivekacudamani, sutra 52 – Edizioni Asram Vidya

C’è una potenza del Male che tortura i “Figli di Dio”, li inebetisce, li rende impotenti.
C’è una potenza della Luce che offre ogni momento grandi possibilità: ma solo se i “Figli di Dio” se ne “accorgono”.
Bisogna scendere in campo (coscienzialmente) e combattere concentrando tutte le energie in una sola direzione. Non si può sempre parlare di libertà (risveglio, realizzazione, liberazione), si tratta di cominciare a viverla la Libertà.
Se la Luce ha chiamato, non bisogna indietreggiare, non va sciupato il dono della chiamata.

 

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