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349. Essere “qualificato”, essere “pronto”

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Cosa si intende per “qualificato” nell’ambito dei temi spirituali da noi trattati? Cosa deve essere “qualificato”, “pronto”?
Cosa o chi deve essere in possesso di “qualificazioni” idonee?
È l’individualità di colui che passando per lo stadio del “ricercatore della verità” si è fatto un “Sadhaka”, cioè colui che dedica ogni sforzo (con disciplina) nel percorrere un sentiero realizzativo (Sadhana).
È Sadhaka colui che ha fatto una scelta: progredire nella vita spirituale per giungere alla realizzazione perfetta tramite l’iniziazione (Diksa).
Scegliere un “Sentiero” deve significare assumersi l’impegno di percorrerlo fino in fondo.

Se il “Sentiero” scelto è quello della Sadhana advaita, sei sono i suoi gradini:
1 sama – calma mentale
2 dama – auto dominio
3 uparati – raccoglimento interiore
4 titiksa – pazienza perseverante
5 sraddha – fede
6 samadhana – stabilità mentale

Questi gradini sono validi per qualunque “Sentiero” si scelga.

Possedere le “qualificazioni” richieste non fa del Sadhaka un iniziato ma un aspirante (pramatr) pronto per il sentiero realizzativo propriamente detto.
Il sentiero realizzativo, per essere percorso in modo effettivo, necessita di una disciplina filosofica e metafisica a carico dell’individualità del Sadhaka.

Le qualificazioni richieste sono:
1 mumuksutva – l’anelito alla Liberazione; è quindi la principale delle qualificazioni da possedere, per penetrare nel mondo delle cause e spezzare la catena delle false sovrapposizioni
2 viveka – la discriminazione tra reale e non-reale, discernimento intuitivo. Viveka insieme a vairagya costituiscono i mezzi dello Jnanayoga
3 samadi – la calma + i sei gradini sopraindicati della Sadhana advaita
4 vairagya – il distacco da ogni frutto dell’azione, il non-attaccamento, l’equilibrio necessario, l’estremo distacco della pura Coscienza (Atman)

Arrivare a possedere le “qualificazioni” significa soltanto trovarsi all’inizio di ciò che si intende per autentico sentiero realizzativo.
Per un certo numero di enti fare Sadhana significa in effetti lavorare per arrivare a possedere le “qualificazioni” che li farà essere “pronti”.
Molti sono convinti di stare percorrendo un “Sentiero” senza rendersi conto, invece, di trovarsi ancora in una fase instabile della semplice ricerca, testimoniata proprio da quella loro inquietudine irrisolta che li fa soffrire. Frequentare qualche centro, gruppo o scuola, o anche più d’uno, visitare qualche personaggio considerato elevato, leggere anche ottimi libri e riviste, spigolare tra un sito web e l’altro senza troppa considerazione se bianco, nero o fatuo non è segno certo di stare realmente partecipando, nel suo aspetto conoscitivo e operativo, ad un sentiero realizzativo. In molti, quindi, inseguono una trasformazione apparente e non sostanziale, cioè effettuano modificazioni che non turbano la vera essenza dell’essere: commettono un vero e proprio “errore” di conoscenza (vivono una sovrapposizione, una irrealtà).
Fatta la scelta occorre il coraggio di cominciare veramente una volta per tutte, con la seria intenzione di andare fino in fondo.
Chi non si avvia veramente non sbaglia ma neanche cresce spiritualmente. Senza provare l’esperienza di rialzarsi dopo una caduta non c’è vera autoconsapevolezza.

L’individualità deve essere presa come mezzo di sostegno della realizzazione iniziatica. L’individualità deve possedere delle attitudini per poter andare nella direzione certa della iniziazione.
Il lavoro da svolgere è sull’individualità del probando il quale, presenta sempre dei difetti che possono condurre al fallimento se non corretti. Fallimento è anche impantanarsi in una serie di illusioni incantatrici e ingannatrici che fuorviano dalla visione del reale.
L’individualità è lo strumento sul quale lavorare costantemente su quanto viene indicato come l’organo interno, l’Antahkarana.
Sul lavoro da svolgere grande importanza assumono le vrtti, le vibrazioni, le modificazioni, i vortici della sostanza mentale (cittavrtti).
Il Sadhaka nel suo aspetto conoscitivo ed operativo mette in moto le vrtti.

L’Antahkarana, cioè l’organo interno, la “mente” nella totale estensione e nelle diverse vrtti (modificazioni):
1 buddhi – intelletto, percezione intuitiva, discernimento immediato
2 ahamkara – senso dell’io
3 citta – predisposizioni subconscie, memoria proiettiva
4 manas – mente empirica selettiva

L’Antahkarana è uno dei cinque costituenti del corpo sottile (lingasarira o suksmasarira). Il corpo sottile si suddivide in tre veicoli:
1 buddhimayakosa o vijnanamayakosa – veicolo intellettivo
2 manomayakosa – veicolo mentale
3 pranamayakosa – veicolo pranico-energetico

I cinque costituenti del corpo sottile (lingasarira o suksmasarira):
1 jnanendriya – cinque facoltà di percezione
2 karmendriya – cinque facoltà di azione
3 prana – cinque soffi vitali
4 tanmatra – cinque elementi sottili
5 antahkarana – organo interno (buddhi, ahamkara, manas e citta)

Il lavoro sull’Antahkarana non può prescindere dalla sua purificazione (Antahkaranasuddhi).
Il Sadhaka, ben avviato nel proprio lavoro spirituale, esplora la consapevolezza nella sua capacità di conoscenza del mondo interiore (Antahprajna).

Il Sadhaka per raggiungere il risultato dell’iniziazione deve usare l’individualità per andare oltre ai suoi stessi limiti.
L’individualità è il punto di partenza del Sadhaka: più esattamente, egli non può partire che dalla posizione coscienziale dove al momento è situato per intraprendere il lavoro di realizzazione iniziatica.
Un autentico Sadhaka, in procinto di tale impresa, affronta quanto non è comune a tutti gli altri individui (gli ordinari, i profani).
L’individualità, come mezzo e supporto, deve essere seguita in tutti i suoi elementi costitutivi: costituenti designati con i nomi più diversi nelle diverse tradizioni.
I costituenti dell’individualità non sono isolati gli uni dagli altri ma formano un insieme unico, dal corpo fisico grossolano al più sottile, ed esprimono l’essere nelle diverse modalità dell’individualità.
Con il risveglio, prendendo coscienza del , la sua Luce irradia, compenetra e pervade il triplice corpo-stato armonizzando le specifiche funzioni e consolidando le “qualificazioni” eventuali emerse.

I costituenti dell’individualità:
1 sthulasarira – corpo fisico grossolano (“stato di veglia” – jagrat)
2 lingasarira o suksmasarira – il corpo sottile (condizione di “sogno” – svapna)
3 karanasarira – il corpo causale (condizione di “sonno profondo” – susupti)

Gli involucri (kosa) che si sovrappongono al :
1 anandamayakosa – involucro della Beatitudine; costituisce il corpo-causa
2 buddhimayakosa o vijnanamayakosa – involucro della buddhi
3 manomayakosa – è l’involucro in cui è attivo il senso dell’io (ahamkara)
4 pranamayakosa – involucro costituito di prana (costituente del corpo sottile)
5 annamayakosa – il veicolo fisico denso dell’Atman

I sei stadi da cui dipende il corpo fisico grossolano:
1 nascita
2 crescita
3 mutamento
4 declino
5 morte
6 dissoluzione

Il rapporto d’influenza tra un costituente e l’altro, incidendo sulle diverse modalità del dominio individuale, fa assumere grande importanza al rapporto delle “qualificazioni” iniziatiche necessarie.
La “qualificazione” essenziale che deve dominare tutte le altre è quella della “buddhi”, la percezione intuitiva, l’intuizione discriminativa, il discernimento immediato. La “buddhi” è la parte più sottile e pura dell’Antahkarana che, costituendo nell’individualità un piano di rifrazione, capta un riflesso della luce dell’Atman (della pura Coscienza).
Può avvenire che le possibilità del Sadhaka, pur esistendo, trovino impedimenti nel loro sviluppo, sia temporaneamente sia definitivamente (in tutta l’incarnazione attuale).
Gli elementi di questi impedimenti riguardano normalmente il piano psichico e il piano corporeo. Certe condizioni di questi due piani possono limitare lo sviluppo della buddhi, provocando espressioni equivalenti secondarie. Quindi, per comprendere meglio quanto si cerca di far capire, portiamo un esempio dello stadio iniziatico in questione.
Il Sadhaka, nonostante le elevate possibilità possedute e pur avendo raggiunto un buon livello nel lavoro svolto, incontrando tali impedimenti, nello psichico e nel corporeo, vedrà limitare il proprio risultato iniziatico: potrebbe ricevere l’”influenza spirituale” durante il rito senza per questo essere in grado di “trasmetterla”.

Trascurare il completamento anche di una sola fase del percorso previsto in stadi specifici da superare può comportare, in seguito, particolari impedimenti. Non può essere trascurato nulla in un sentiero realizzativo dove è fondamentale conformarsi in tutti i suoi aspetti conoscitivi e operativi, per far emergere le “qualificazioni” necessarie grazie alle quali essere effettivamente “pronti”.

Il Sadhaka contempla, in vista dell’iniziazione, la separazione in seno all’Uno, (Vyakrti) per cui vengono a manifestarsi gli enti come singole parti del tutto; contempla la manifestazione del dispiegamento cosmico e lo sviluppo delle indefinite “qualità” (i guna).

Chi si appresta ad essere iniziato ha raggiunto certe “qualificazioni” mettendo in moto alcune modalità sottili in cui è in grado di trasferire il centro della propria coscienza.
Il Sadhaka, con l’iniziazione, entra in rapporto, diretto o indiretto, con quanto supera la sua individualità e che appartiene a stati di esistenza della “Sfera dell’Alto”: l’elemento non-umano dell’”influenza spirituale”.

Senza “qualificazioni” reali, l’iniziazione non ha alcun valore nella realtà (della “Sfera dell’Alto”), neppure secondario.
È il caso, infatti, delle iniziazioni elargite con modalità formali da molte organizzazioni pseudo-iniziatiche.
L’ammissione di individui non qualificati, all’interno di certe organizzazioni, propaga la degenerazione delle informazioni sulle scienze tradizionali.

L’autentica iniziazione implica per forza tre condizioni:
1 la qualificazione
2 la trasmissione
3 il Lavoro interiore

L’iniziazione porta al superamento dello stato individuale umano e rende effettivo il passaggio agli stati superiori dell’essere: l’iniziato non è più un’Anima condizionata.
L’iniziazione permette che la Luce della “Sfera dell’Alto” si irradi in alcuni esseri (gli Iniziati), perché, di millennio in millennio, la Tradizione Primordiale continui ad essere “trasmessa”.

tratto da “Il Sentiero Realizzativo” di Rosario Castello (su: www.amazon.it)

DELLO STESSO AUTORE:
Yoga – Piccola guida per conoscerlo
Il Volto del Male – Mistero e Origine
Il Sole D'Oro - Una Via per Shambhala
L'invisibile identità del potere nascosto
Tradere  – Per le Stanze dell’Esoterismo Volume I
Tradere  – Per le Vie immateriali dell’Esistenza Volume II
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Alcuni libri consigliati:
Glossario Sanscrito
a cura del Gruppo Kevala, Edizioni Asram Vidya
Il Sentiero della Non-Dualità
Raphael, Edizioni Asram Vidya
La questione delle dottrine non scritte e l’esoterismo di Platone
Carmelo Muscato, Edizioni Asram Vidya
La Scienza dell’Amore
Raphael, Edizioni Asram Vidya
Il libro dei Simboli
Archive Research Archetypal Symbolism, Taschen Edizioni
L’Enciclopedia dei Simboli
Chevalier e Gheerbrant, Bur Edizioni
Considerazioni sulla Via Iniziatica
René Guénon, Gherardo Casini Editore
La Tradizione e le Tradizioni
René Guénon, Ed. Mediterranee
La dottrina sufica dell’Unità
Leo Shaya, Ed. Mediterranee
I Maestri di Saggezza
J.G. Bennett, Ed. Mediterranee
Il risveglio del Sé sovrano
J.J.Hurtak, Accademia della Scienza Futura
Gnosis (etudes et commentaries sue “La tradition ésotérique de l’Orthodoxie orientale”)
Boris Mouravieff, Prix Victor-Emile Michelet de Littèrature esoteique, 1962
Orientamenti Iniziatici
Paolo M. Virio, Ed. Sophia – Roma
La Tradizione Esoterica Giudaico-Cristiana,
Paolo M. Virio, Bastogi Editrice Italiana
Mistero e Origine del Male alla luce della Tradizione
Jean Phaure, A.L.F.
La scienza iniziatica
Al-Qaysari, Edizioni Il leone verde
La Scala di Luce
As-Sulami, Edizioni Il leone verde
Il mistero dei Custodi del mondo
Ibn’Arabi, Edizioni Il leone verde
Melkizedek l’immortale
Mike Plato, XPublishing Edizioni
Il Segreto dei Segreti
Massimiliano Di Veroli, XPublishing Edizioni

 

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