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355. Alla Ricerca dello Spazio Interiore di Angela Maria La Sala Batà

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È finita l’avventura esteriore!
L’avventura è nel nostro intimo.
La libertà è dentro di noi.
Lo spazio è dentro di noi!”.
Satprem


L’uomo è misteriosamente e mirabilmente l’unità di misura della creazione. Egli è il microcosmo che in riflette il macrocosmo ed è perciò il campo di esperienza e di conoscenza a nostra maggior disposizione per comprendere il mistero della vita e giungere alla scoperta della realtà.
Dice Jung: “… il cosmo e l’uomo in ultima analisi obbediscono a leggi comuni: l’uomo è un cosmo in miniatura e non è separato dal grande cosmo da nessun limite preciso. Le stesse leggi regolano ambedue e dall’uno c’è una strada che porta all’altro. La psiche ed il cosmo sono in relazione l’una con l’altro, come il mondo interiore lo è col mondo esterno”.

Allora la chiave per comprendere e risolvere l’enigma dell’esistenza è la conoscenza di se stessi, intesa come graduale presa di coscienza di tutti gli aspetti, di tutte le energie e facoltà che costituiscono l’uomo, fino ad arrivare alla realizzazione della sua vera essenza, del nucleo del suo essere: il Sé.
C’è tutto un mondo dentro di noi, uno “spazio” che dobbiamo esplorare e conquistare, prima di scoprire la nostra vera origine ed il significato profondo e misterioso dell’essere uomini.
È detto che l’uomo sia fatto ad immagine e somiglianza di Dio. In lui è perciò il segreto della vita ed in lui si trova la via maestra che ci ricondurrà all’Assoluto.
Rivolgendo quindi la nostra attenzione al mondo interiore ed imparando ad interiorizzarci, diverremo sensibili alle realtà soggettive, che tanto spesso trascuriamo o addirittura ignoriamo, volti come siamo all’attivismo, alla vita esteriore, all’esperienza sensoria, alla conoscenza oggettiva …
L’uomo ha dentro di sé tutte le gradazioni di realtà, dal livello spirituale più alto, fino alla materia più densa, e vive perciò su varie dimensioni. Quello che noi vediamo, il corpo fisico, non è che l’involucro più esterno, più denso, che vive nella dimensione materiale, la più illusoria nella totalità pluridimensionale umana. Esso non è che il precipitato ultimo di quell’essere che chiamiamo “uomo”, considerato, secondo le antiche teorie spirituali, una scintilla divina, un nucleo della Coscienza Universale, che incarnandosi e rivestendosi di materia fisica, si “manifesta”. Egli ha, cioè, origine divina e simbolicamente è come un albero con le radici in Cielo, secondo le poetiche parole delle Upanisad: “L’albero eterno ha le radici in Cielo e protende in basso i suoi rami”.
Tuttavia l’uomo, essendo inconsapevole di questa sua divina natura, vivendo alla periferia di se stesso, identificato con il suo involucro materiale e condizionato dai sensi fisici, deve percorrere a ritroso un lungo cammino per ritrovare se stesso, attraversando vari livelli e dimensioni, che costituiscono una gradazione di realtà soggettive.
Questo percorso a “ritroso”, che inizia con una graduale interiorizzazione, porta verso la pratica della meditazione, che è il mezzo più idoneo e più efficace per venire in contatto con i mondi interiori e per sviluppare la coscienza dei livelli soggettivi di realtà che collegano l’uomo esteriore al Divino.
Dobbiamo tuttavia prepararci a questa pratica con molta cura. Per prima cosa dobbiamo convincerci, facendone possibilmente esperienza, dell’esistenza di varie dimensioni di realtà nelle quali noi viviamo senza saperlo. Ci può aiutare in questo senso anche la psicologia che si sta avviando anch’essa verso il concetto pluridimensionale dell’uomo. La psicologia umanistica (o della terza forza), che si è andata affermando in tutto il mondo in questi ultimi decenni, si è chiaramente orientata in questa direzione, poiché considera l’uomo in maniera più completa e totale rispetto alla psicanalisi freudiana.
Victor Frankl parla di tre dimensioni umane, quella biologica, quella psicologica e quella “noetica” (da nous = spirito).
Abraham Maslow parla di “psicologia dell’essere”, e cioè di una psicologia che si occupa anche di quel nucleo autentico dell’uomo, che costituisce il suo Sé reale, la sua vera identità.
Roberto Assagioli, fondatore della psicosintesi, afferma l’esistenza nell’uomo di un livello “trans personale”, e cioè di una dimensione interiore che trascende i limiti dell’egoismo, della materialità, dell’esperienza sensoria, dei condizionamenti biologici e psicologici, dove l’uomo rivela la sua realtà e la sua vera natura.
Oggi quindi non si ha più paura di parlare di “spirito” e di “anima” per quello che riguarda l’uomo e ci si avvicina sempre di più alla scoperta di verità che prima venivano ammesse solo dall’esoterismo.
Non si parla più soltanto di “subcosciente”, ma anche di “supercosciente”, riferendosi ad una dimensione interiore dell’uomo più elevata, libera e spirituale, ma ancora inconscia che, tuttavia, è quella che è più autenticamente e veramente “umana”. Si ammette quindi che nell’uomo esiste un livello biologico, un livello psicologico, ed un livello spirituale, anche se inconscio.
Facendo un’analogia con quello che afferma l’esoterismo, il livello biologico dell’uomo corrisponde al corpo fisico-eterico, il livello psicologico al corpo emotivo e al corpo mentale concreto, e il livello spirituale (noetico per Victor Frankl), al Sé, che è considerato il Vero Uomo.
Chi è chiuso nel materialismo più limitato e vive inconscio di se stesso, potrà considerare incredibile questa concezione pluridimensionale dell’uomo, poiché è condizionato dai sensi fisici e dalla mente concreta, che si basa sul ragionamento logico, ed è incapace di andare oltre i concetti razionali.
In realtà i sensi fisici e la mente ci forniscono una interpretazione non solo limitata, ma illusoria del mondo oggettivo.
Infatti noi non percepiamo ad esempio la natura atomica della materia e ne ricaviamo un’impressione di solidità, di staticità, di densità, del tutto errata.
“… Il corpo deve essere concepito come vuoto, anzi come un sistema solare in miniatura, con elettroni che orbitano in uno spazio relativamente enorme. In breve i nostri corpi sono sistemi di energia in equilibrio”.

(A.    Osborn Il senso dell’esistenza personale, pag. 142).

Dobbiamo dunque convincerci che abbiamo una visione parziale ed alterata di noi stessi anche a livello puramente materiale. Non c’è da meravigliarsi quindi se non percepiamo le altre dimensioni che costituiscono la nostra complessa natura, e che sono composte di energie più sottili e raffinate di quella fisica.
Come abbiamo accennato prima l’uomo, secondo l’esoterismo, è composto dal corpo fisico-eterico (controparte energetica del fisico), dal corpo emotivo o astrale, dal corpo mentale e dal Sé (o Vero Uomo).
Descriviamo ora brevemente ognuno di questi elementi.
Il corpo fisico-eterico ha una struttura duale, ha cioè una parte densa e visibile ed una parte invisibile, composta di un’energia più sottile di quella fisica, che è chiamata “eterica”. Questa controparte energetica del corpo fisico denso è la più importante fra le due, perché rappresenta la sorgente di vitalità, di forza, di salute dell’uomo, mentre il corpo fisico denso è solo un automa. Noi non percepiamo il corpo eterico, perché non abbiamo ancora sviluppata la sensibilità verso le energie sottili e siamo identificati con la forma densa esteriore. Tuttavia in questi ultimi decenni la scienza stessa si sta avvicinando alla scoperta di questo “doppio” del corpo fisico, fatto di energia eterica, in seguito a ricerche ed esperimenti di vario genere fra cui fotografie eseguite mediante una speciale macchina fotografica (la camera di Kirlian), che hanno rivelato la presenza di un alone di luce colorata intorno ai corpi, agli oggetti, alle piante ecc. Queste irradiazioni sono state chiamate col nome generico di “corpo bio-plasmatico” e molto probabilmente sono la dimostrazione dell’esistenza del corpo eterico di cui parlano le dottrine esoteriche.
Il corpo emotivo e quello mentale nel loro insieme si presentano, nelle persone di media evoluzione, come facenti parte di un unico corpo, perché sono mescolati e interdipendenti. Essi costituiscono il livello psicologico, o “psiche”, di cui parla la psicologia, corrispondente al sanscrito “Kamamanas” (desiderio-mente).
Anche di questi due corpi siamo coscienti solo in parte, e solo dal punto di vista psicologico, sotto forma di desideri, emozioni, sentimenti (per quello che riguarda il corpo emotivo), e sotto forma di pensieri, concetti, ragionamenti, idee (per quello che riguarda il corpo mentale).
Tuttavia non percepiamo quella che è la vita e l’attività di questi due corpi, che si esprimono su livelli di coscienza interiori, a noi inconsci. Solo nel sogno possiamo avere dei contatti e delle esperienze di queste altre dimensioni, e ne portiamo nella coscienza di veglia dei ricordi frammentari e confusi. Durante il sonno, infatti, noi ci ritiriamo nel corpo emotivo (o astrale) e talvolta anche nel mentale concreto, e svolgiamo una vera e propria vita su questo livello.
La coscienza dei livelli astrale e mentale può essere sviluppata con opportune tecniche e con la purificazione del corpo fisico, perché l’ostacolo principale alla percezione di questi livelli è la pesantezza e l’impurità della materia di cui è composto il cervello fisico, che è il “punto di appoggio” della coscienza.
La percezione della dimensione “spirituale”, o “Supercosciente” è ancora più difficile perché per lungo tempo essa rimane latente e “inconscia”, essendosi l’uomo identificato con la parte più esterna di se stesso, il corpo fisico, oppure con la parte psicologica.
La coscienza del Sé, deve lentamente “risvegliarsi”, e cioè prendere coscienza di se stessa, lottando contro le identificazioni, i falsi “io”, che l’uomo senza saperlo si è costruito.
Il lavoro che dobbiamo fare, pertanto, per conoscerci nella nostra totalità pluridimensionale, è una graduale interiorizzazione e sensibilizzazione verso i livelli più sottili del nostro essere, sviluppando una capacità di percezione diversa da quella che conosciamo e che abitualmente usiamo, e questa capacità è la “coscienza”.
Ecco perché il cammino dell’autorealizzazione è in realtà una via di risveglio e di sviluppo della coscienza.
La meditazione, come vedremo nei prossimi capitoli, è uno dei mezzi più idonei a sviluppare la coscienza e la sensibilità che ci occorrono per scoprire le nostre dimensioni interiori e risvegliarci finalmente alla realtà di noi stessi.
Tale coscienza si sviluppa soprattutto con la meditazione, ma è stimolata anche dalle esperienze che facciamo nel mondo oggettivo, se sappiamo vederne il significato profondo e trasformarle in saggezza.
Potremmo dire che meditazione ed esperienza sono i due poli di una stessa via di sviluppo, e dovrebbero alternarsi ritmicamente nella nostra vita, come un respiro simbolico, un movimento delle nostre energie dall’esterno all’interno, dall’interno all’esterno. In tal modo arriveremo ad un perfetto equilibrio e alla realizzazione che anche sotto questo aspetto noi siamo il riflesso e l’immagine dell’Uno, poiché, come dicono gli orientali, l’universo manifestato è governato dal “grande respiro di Brahma”, e cioè dal ciclico alternarsi di “manvantara” (ciclo di manifestazione) e “pralaya” (ciclo di riposo e ritiramento) dell’energia Divina.
Anche nel microcosmo, rappresentato dall’uomo, si ripete questo ritmico respiro a tutti i livelli. A livello fisico con la respirazione, a livello psicologico con l’alternarsi di estroversione ed introversione, a livello esistenziale con il susseguirsi della vita e della morte e a livello spirituale con l’equilibrio fra esperienza esteriore e meditazione.
Accingiamoci quindi a lavorare su noi stessi per allargare il campo della nostra consapevolezza e includere nella nostra coscienza e nella nostra esperienza soggettiva tutti i livelli e le dimensioni del nostro essere, divenendo cosi uomini completi e realizzati.

tratto da “Lo Spazio Interiore dell’Uomo” di A. M. La Sala Batà – Edizioni Armonia e Sintesi


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