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417. La Coscienza e le “energie sottili”

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Gli enti planetari del pianeta Terra hanno la possibilità, se lo vogliono veramente, di effettuare gli sforzi necessari per riorientare la realtà intorno a loro e preparare la strada dove poter posare i passi di un futuro possibile.
Ogni ente planetario può riconnettersi alla gioia creativa originaria e partecipare ad un nuovo flusso della creazione.
Il potere del verbo creatore risvegliato alla sua originaria natura luminosa è in grado di influenzare o modificare cose ed eventi.
Ogni ente planetario è dotato di una “struttura sottile” naturale, che si interseca con la struttura del corpo fisico grossolano, per rilevare-percepire-ricevere e inviare “segnali”. Si tratta cioè di una struttura in grado di utilizzare le cosiddette “energie sottili” (espressione generica e sommaria che comprende tutte quelle “energie” non appartenenti al mondo fisico propriamente detto e inteso generalmente) che ancora sfuggono alla immediata percezione della maggioranza degli enti planetari ma che potrebbero essere utilizzate per migliorare, da subito, la qualità dell’esistenza umana.
L’ente planetario è immerso in una realtà, dove una moltitudine di fenomeni naturali vengono prodotti dalle “energie sottili” che la scienza ufficiale ha già scoperto, nonostante, non se ne sia ancora accorta. Nei prossimi anni, grazie ai pionieri della nuova scienza, che coniugano razionalità e spiritualità, molte importanti novità verranno messe a disposizione della coscienza umana più risvegliata.
Le “energie sottili” sono in stretta relazione con la coscienza umana.
Gli enti planetari influenzano la materia, attraverso le “energie sottili”, più di quanto si possa immaginare.
L’ente planetario è immerso in una rete di diversi tipi di “energie sottili” con cui, risvegliandosi, potrebbe connettersi totalmente e in modo costante. Queste “energie sottili” corrispondono ai seguenti livelli di realtà:
·    Fisico
·    Eterico
·    Astrale
·    Mentale (più livelli)
·    Divino

Un elementare risveglio connette ai livelli più grossolani; un parziale risveglio permette la connessione con i livelli di energia che corrispondono al risveglio ottenuto; un totale risveglio connette a tutta la rete, non solo ad una sua “parte”.
La Coscienza, quando inizia il processo di risveglio, tende a risvegliarsi al “Tutto” non alle sue “parti”.
È l’identificazione con i limiti delle proprie convinzioni che l’ente planetario frena il proprio risveglio, attuandolo solo in alcune sue “parti” o “aspetti”, con cui dovrà confrontarsi prima di poter ricevere un’ulteriore spinta evolutiva.
L’ente planetario può interagire con le “energie sottili”, cioè non solo le può “percepire” ma le può “indurre” nella direzione voluta, può far loro seguire la propria intenzione. Tale scenario esprime in pieno la natura originaria del potere del verbo creatore: siamo nel reame della Coscienza e del suo naturale potere di “Essere”.
Per giungere a tanto però molti stadi devono essere cavalcati anche nell’ambito di un “sentiero realizzativo” dove certi passaggi, certi avanzamenti e certe pause fanno parte di una metodica disciplina che ha la sua buona ragione di essere. Ci riferiamo, ad esempio, agli effetti particolari di una corretta pratica Yoga (asana, pranayama, bandha, kriya, mudra, mantra, savasana e dhyana). In una via iniziatica, infatti, le “pratiche” hanno la loro ragione di essere.

Nelle officine iniziatiche, dell’antichità e dell’oggi, sono conosciuti i modi in cui, la coscienza e l’intenzione dell’ente planetario risvegliato, possono produrre rilevanti variazioni nella “Materia”, cosiddetta vivente e non vivente.

Il risvegliato, viene riconosciuto, consciamente o inconsciamente, per i suoi modi di essere diverso dall’ente planetario grossolano profano; il risvegliato con grande sensibilitàosserva e ascolta:
·    con i sensi;
·    con la mente;
·    con il cuore;
·    con l’Anima.

L’ente planetario, nella condizione di obliato, ha retrogresso il potere del verbo creatore nel regno dell’inconscio, perdendone la consapevolezza e il controllo. Dall’inconscio tale potere si manifesta più in forma distruttiva che costruttiva. Le “energie sottili” prendono vie inconsapevoli restando inosservabili alla vista degli enti planetari obliati e/o producendo effetti non facilmente a loro attribuibili. Eppure le “energie sottili” generano segnali elettrici e magnetici dagli effetti osservabili. Non tutti questi “segnali” sono al momento misurabili e registrabili dalla scienza ma la “realtà”, la “coscienza” e le “energie sottili” non si sono mai poste questo problema.
In presenza delle “energie sottili” in movimento possono percepirsi degli aumenti di voltaggio elettrico.
Un autentico esoterico “praticante” conosce bene queste variazioni di voltaggio elettrico che si verificano lungo l’espletamento di certe “procedure” (Yoga, Tantra, pranayama, tocco pranico, Alchimia, tecniche Taoiste, rituali vari, ecc.).
Il legame intrinseco tra la focalizzazione del pensiero e le “energie sottili” è molto potente.
L’ente planetario che focalizza il proprio pensiero su un determinato obiettivo produce davvero energia fisica quantificabile. Ciò significa che, nel manifestare tale atto consapevole, ci si viene a trovare in presenza di un considerevole aumento del numero di elettroni e che questo flusso di energia segue il “pensiero” (l’intenzione). Inoltre questo tipo di interazione (mente-elettroni) non subisce disturbo neanche nelle grandi distanze.
Si può ben capire così cosa opera veramente in Alchimia visto che è possibile apportare cambiamenti significativi nelle proprietà di una sostanza grazie ad una intenzione consapevole.
È noto, anche, come nella modernità alcuni individui (Gustavo Rol, ad esempio, che abbiamo conosciuto) siano stati in grado di influire a distanza addirittura su dispositivi elettronici (e la NATO ne è ben informata).
Le “energie sottili” possono interagire con diversi domini, dall’elettronica all’elettro-bio-chimica, dall’orizzonte degli eventi al “Campo di Esistenza” dell’ente planetario.

L’ente planetario non può assolutamente ignorare, o fare finta di non essersene accorto, che si trova immerso in una realtà dove tutto richiama continuamente a relazioni costanti, tra l’Uno e il Tutto, e in queste relazioni agisce, sceglie, costruisce, distrugge, unisce, separa. Ma cos’è che aiuta veramente l’ente planetario a fare tutto ciò?

“Coscienza” e “intenzione” umana sono in grado di intervenire nella realtà fisica producendo rilevanti variazioni di proprietà.
Le “energie sottili” non seguono le regole umane conosciute perché possono mutare da un tipo di energia di livello fisico in eterico, in astrale, in mentale, in spirituale, ecc. occupando un differente ambito spazio-temporale.
Esiste un tipo di “energia sottile” che ha la sola funzione di connettere i diversi tipi di energie da un ambito all’altro. Però, bisogna precisare, che tutto questo scenario non è cosi rigido nella “realtà” ma molto, molto fluido in quanto parliamo del regno della coscienza (non c’è meccanicità e automatismo).

Tutto quanto riguarda l’esistenza, le strutture fisiche e sottili e le diverse tipologie di energie riguardanti l’ente planetario incarnato in questo mondo, può essere spiegato con diversi linguaggi e tipi di conoscenze ma il linguaggio più indicato e più vicino al vero è quello della “Vidya”, la “Conoscenza della Realtà”, la meditazione coscienziale che conduce alla Realizzazione. Vidya non è altro che la luce che necessita per distruggere l’oscurità dell’ignoranza-avidya.
I tipi di risveglio, intesi sul piano qualitativo, secondo la natura della nostra dissertazione, si possono ridurre, per semplificare, a tre:
·  adhama (basso, infimo, ancora irrilevante sul piano qualitativo)
·  madhyama (medio, risultati incoraggianti, rilevazioni ancora a fasi alterne e non sempre con chiaro riconoscimento; il risveglio è incompleto)
·  uttama (altissimo, eccellente, consapevolezza piena delle “energie sottili” perche il risveglio è completo).

Le Nadi, i Cakra e l’Aura formano la struttura sottile in grado di fungere da antenne che rilevano e inviano segnali da tutti i regni (dal basso all’Alto e dall’Alto al basso).
Ogni evento (accadimento) dà luogo a una molteplicità di vibrazioni (vrtti) e queste vibrazioni possono essere rilevate, percepite, riconosciute, lette perché sono “informazioni”.

La via del risveglio porta, gradualmente, alla presa di consapevolezza della matrice in cui si è immersi e ai suoi costituenti.
Gli enti planetari che si risvegliano completamente sono pochi e chi si risveglia comincia a comprendere anche il mistero del “sangue” (rakta) e della “carne” (mamsa) dei corpi fisici grossolani.
Le 72.000 Nadi che si diffondono in tutto il corpo dell’ente planetario hanno origine in due “centri” importanti, il “Kandasthana” e il “cuore”.
Il Kandasthana, cioè la posizione del Kanda, il quale è una radice bulbosa dalla forma rotonda, deve rinvenirsi poco più in basso dell’ombelico, a circa 25 cm al di sopra dell’ano. Qui le tre Nadi più importanti, susumna, ida e pingala, si uniscono e si separano.
Il “cuore” fisico grossolano (di carne) ha il suo aspetto corrispondente nella struttura sottile (hrdaya, il cuore quale centro spirituale dell’essere, sede dell’Atman). In tale sede risiede hrdayacakra, il vero loto del cuore.
Il non-risvegliato è tenuto nell’ignoranza-illusione da hrdayagranthi, cioè il “nodo del cuore”, dovuto dall’identificazione del Jivatman, l’essere individuato. Si tratta di uno dei tre nodi da sciogliere se si vuole ottenere il risveglio completo, la realizzazione e la liberazione.
Dal cuore si irradiano 101 Nadi.

Le Nadi sono in realtà dei dotti, formati di prana stesso, che trasportano dall’energia cosmica fondamentale alle “energie sottili” fino alle gerarchiche sensazioni dell’Aura e della Coscienza stessa.
Le Nadi penetrano il corpo grossolano, partendo dalle piante dei piedi fino alla sommità della testa. Risvegliarsi significa sensibilizzarsi a percepire-comprendere, attraverso le Nadi, il prana, il soffio della Vita e l’Atman che in essa dimora.
Le Nadi hanno innumerevoli funzioni e, come abbiamo già detto, le più vitali e importanti, ai fini del risveglio, sono susumna, ida e pingala.
Susumna passa attraverso il centro della spina dorsale terminando alla sommità della testa, in Sahasraracakra, sede del fuoco (Agni).

L’ente planetario si manifesta anche come mente (citta). Infatti dove è citta si concentra il prana e viceversa. Effettivamente, quando il “respiro” è quieto anche il “prana” è quieto e di conseguenza la “mente” è tranquilla.
Il prana è in stretta relazione con tutti gli aspetti che vanno dagli stati più sottili a quelli più grossolani. Il Pranayama permette di conseguire il dominio della mente. Il prana è importantissimo sia per il corpo fisico grossolano sia per tutto il sistema sottile (Nadi, Cakra, Aura, Kundalini, ecc.).

L’Anima incarnata (Jivatman) si è rivestita di intelletto, ego, mente, cinque sensi della percezione, cinque organi dell’azione, cinque elementi grossolani e cinque elementi sottili
Il lato sottile dell’ente planetario riguarda i Corpi Sottili, le Nadi, i Cakra e l’Aura fino a Kundalini, e ancora, dai Guna ai Kosa fino all’Antahkarana giungendo al Regno Spirituale (la “Sfera dell’Alto”). La verità è che il Regno spirituale si cela negli organi, nei sistemi e negli apparati del corpo umano in attesa di essere ri-scoperto con il “risveglio” spirituale.

Il (Atman), all’interno del corpo-personaggio karmico, di un ente planetario incarnato, è indipendente dai cinque involucri chiamati pancakosa.
I pancakosa costituiscono la struttura umana: annamayakosa, pranamayakosa, manomayakosa, vjnanamayakosa, anandamayakosa:
·  Annamayakosa corrisponde al corpo fisico grossolano.
· Pranamayakosa è l’involucro costituito di prana, il penultimo involucro che avvolge il jivatman prima del corpo fisico. È l’involucro costituito dell’insieme delle energie sottili dette praniche. È inserito nel fisico denso tramite la rete di nadi. In questo involucro risiedono i Cakra. Pranamayakosa corrisponde alla parte più densa del corpo sottile (lingasarira o suksmasarira).
· Manomayakosa è l’involucro dove è attivo il senso dell’io (ahamkara). È costituito dalla mente empirica (selettiva-istintuale) che risponde all’attrazione-repulsione. Agisce su pranamayakosa attraverso i Cakra condizionando sia lo stesso corpo pranico sia il corpo fisico. È l’involucro che fa provare il “piacere”, utilizzato dal Tantra ai fini del risveglio realizzativo.
· Vjnanamayakosa è il secondo involucro che avvolge il jiva ed è fatto di intelletto superiore (è la buddhi che esercita il discernimento intuitivo, l’intuizione sintetica). Questo involucro quando risvegliato e sviluppato equilibra manomayakosa.
· Anandamayakosa è l’involucro (kosa) fatto di (maya) beatitudine (ananda), il più interno dove la coscienza giace nel suo stato di unità indistinta. È questo involucro che ha prodotto tutti gli altri (kosa). È il corpo-causa che viene chiamato anche ajnanakosa. È la sede del jiva nello stato di sonno profondo ed è al di là dal tempo-spazio tridimensionale e sottile.

Nel piano grossolano della manifestazione vige la coscienza nello stato di veglia (jagrat) e gli corrisponde il corpo grossolano (sthulasarira). È il Piano di Annamayakosa.
Nel piano sottile vige la coscienza nello stato di sonno con sogni (svapna) e gli corrisponde il corpo sottile (lingasarira o suksmasarira). Qui sono i Piani di Pranamayakosa, Manomayakosa e Vjnanamayakosa.
Nel piano causale vige la coscienza nello stato di sonno profondo senza sogni (susupti) e gli corrisponde il corpo causale (karanasarira). È il Piano di Anandamayakosa.
Lo stato che li trascende tutti è il “Quarto Stato” (Turiya) dove si sperimenta l’Uno-senza-secondo (la Non-Dualità advaita). Questo stato può essere realizzato con il nirvikalpasamadhi (il samadhi senza differenziazione tra conoscitore, conoscenza e conosciuto).

La non-conoscenza (l’ignoranza) condiziona la natura degli enti planetari incarnati che perseverano nello stato di obliati. L’ignoranza genera l’illusione dell’esistenza separata. L’ignoranza è, infatti, sovrapposta non opposta alla conoscenza della Realtà (Vidya).
La mappa descrittiva dei vari costituenti della realtà in cui gli enti planetari sono immersi, può aiutare molto il neofita immerso nella fase più importante del “sentiero realizzativo”; per questo alcuni hanno il compito del “trasmettere” (del “tradere”).
È l’unione di purusa con prakrti che manifesta il mondo.
Il purusa è il Sé supremo, il Principio spirituale universale.
Prakrti è la Sostanza cosmica, la “possibilità” del campo energetico di manifestazione (della maya).
Prakrti manifesta il dinamismo insito nella staticità di purusa.

Prakrti è maya manifestata in una triplicità virtuale (i tre guna) pur essendo “una” (indistinta) e si attualizza per l’influenza di purusa.

I tre guna (qualità-attributi: da essi scaturiscono le infinite cose):
·    Sattva (equilibrio; luce intellegibile, stato di conoscenza)
·    Rajas (attività; si distinguono l’emozionalità, la sentimentalità)
·    Tamas (passività; l’oscurità, l’inerzia, la pesantezza).

L’intreccio dei guna originano gli elementi sottili (i bhuta appartenenti al piano sottile-luminoso o energetico della manifestazione) e da questi gli elementi grossolani, mahabhuta o sthulabhuta, che originano, sul piano fisico-denso, i costituenti dei corpi fisici.
Entro la realtà in cui giocano i guna c’è il mondo fenomenico, sottile e grossolano, invisibile e visibile, quello in cui si sperimenta lo spazio e il tempo, il divenire, il cambiamento, la trasformazione, quello in cui si manifesta il dominio dell’apparire e dell’avere. In questa realtà transitoria l’ente planetario obliato si identifica con l’azione-esperienza. Ma è sempre in questa realtà transitoria la possibilità del risveglio, che dona tra le altre cose, la capacità di rilevare-percepire-ricevere e inviare “segnali” (le “energie sottili”).

Per comprendere bene come stanno le cose bisogna acquisire il fatto che i piani causale, sottile e grossolano della manifestazione non sono entità separate. Ciò è possibile solo in presenza attiva di quanto prevede un “sentiero realizzativo” nel suo procedere, ovvero la purificazione, lo sviluppo e l’efficienza dell’Organo interno, l’Antahkarana nei suoi costituenti:
· buddhi – intelletto, percezione intuitiva, discernimento immediato
· ahamkara – senso dell’io
· citta – predisposizioni subconscie, memoria proiettiva
· manas – mente empirica selettiva

Il risveglio autentico si identifica, solamente col pieno risveglio della buddhi che fa riconoscere gli inganni, le illusioni e qualsiasi tipo di frode esercitati sul piano sottile. Nello stesso tempo rende capaci i risvegliati di utilizzare in modo naturale le tanto auspicate, dai saprofiti dell’occulto, “energie sottili”.

tratto daAlla Fonte – Cammino Esoterico” (su: www.amazon.it)

 

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