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423. Prefazione a “Goodbye Telecom” di Giuseppe Oddo

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Presentiamo, di seguito, la Prefazione, fatta al libro di Maurizio Matteo Dècina (Goodbye Telecom), da parte del bravissimo giornalista Giuseppe Oddo. Presentiamo tale lavoro molto volentieri dal momento che conosciamo bene sia la storia ufficiale sia la storia segreta di Sip-Telecom Italia.
Il lettore non deve stupirsi del fatto che a questo argomento abbiamo dedicato uno spazio su questo sito, poiché nulla è più contro-iniziatico, di un potere che nel ladrocinio e nella distruzione fine a se stessa, con il solo motivo di ridurre tutto a caos, miseria e disordine, ha concretamente depresso, annichilito e vessato, un Paese. Annullando la sua cultura, la sua politica, la sua economia e altresì, tutta la sua industria.
Non si pensi che l’esempio di Telecom, come molti altri, non abbia nulla a che fare con il più ampio oscuro disegno. Se presi come casi a se stanti potrebbero apparire in effetti come “tessere” isolate, ma ci si deve sforzare di riunirle in una visione d’insieme, per comprendere la vera portata dell’attuale “cancellazione”, attuata per il tramite di una disumana voracità che opera al di là di ogni regola o legge, senza sentire nemmeno più il bisogno di nascondersi, dissimulando.
Studi il vero ricercatore i metodi attraverso i quali l’oscurità avanza, tra i suoi disastri. Dall’efferatezza di quelle logiche, sappia trarre gli insegnamenti per risanare il mondo, attraverso la giusta azione.

Noi lavoriamo per questo grande progetto di rinnovamento.


*****

La scalata da parte di Telefónica sancisce l’inesorabile sconfitta di un intero Paese

Il piano dell’operatore spagnolo prevede uno “spezzatino” che porterebbe al crollo delle azioni in Borsa e a una successiva Opa ostile da parte di investitori esteri. Con questo libro, per la prima volta, un giovane manager racconta in prima persona la sua avventura nelle telecomunicazioni, dalla privatizzazione di Telecom ai retroscena del piano d’acquisto di Telefónica: l’intreccio politico ed economico più scandaloso della storia italiana. Vengono ricostruite le gesta della “banda della banda larga”, un’organizzazione trasversale che galleggia al di sopra dei poteri di un Paese civile, un gruppo esteso che ha come unico scopo il drenaggio di ricchezza e l’oscuramento dell’innovazione. Oltre a una dettagliata e inedita analisi sugli incredibili numeri dello “spolpamento”, vengono forniti preziosi dettagli su come operano le varie Morgan Stanley e Goldman Sachs, comprese le lobby finanziarie che, in collaborazione con i governi di Destra e di Sinistra, hanno trasformato la più grande azienda italiana in un vuoto a perdere per investitori stranieri (in un piano che secondo alcuni era prestabilito da decenni). Il libro si avvale anche di preziose interviste a politici come Massimo D’Alema, Luigi Zanda, Silvio Sircana, Elio Lannutti e top manager come Franco Bernabè, Marco Patuano e Vito Gamberale.

Prefazione di Giuseppe Oddo
al libro di Maurizio Matteo Dècina “Goodbye Telecom”,
Castelvecchi Editore

 

 

Maurizio Matteo Dècina ha detto, rispondendo a qualche domanda (del 3/11/2013) di Zeus New (www.zeusnews.it):

ZN: “Goodbye Telecom? È proprio finita?”

“Spero proprio di no. Aspettiamo comunque a vedere come si comporterà il governo, in particolare l’onorevole Letta che oggi incontrerà Alierta”.
“Temo che gli spagnoli racconteranno le solite rassicurazioni che prima di loro hanno raccontato (anzi... non ce n’è stato per la verità neanche bisogno) le gestioni Colaninno e Tronchetti. E temo che i nostri politici siano troppo ignoranti ed incapaci per affrontare un tema così complesso. Speriamo comunque in un doppio intervento sulla soglia dell’OPA e la Golden Power sulla rete”.
“In realtà sono leggermente ottimista perché in queste ultime settimane vedo dei segnali positivi da parte delle nuove forze politiche in campo”.

ZN: Se potesse definire uno/due colpevoli o una causa principale della crisi di Telecom Italia chi indicherebbe?

“Credo che sia difficile attribuire le responsabilità sul caso Telecom a una, due o più persone. Sarò impopolare a dirlo ma chi crede che i responsabili siano i soliti noti quali ad esempio Pirelli, Mediobanca, Generali, Tronchetti e il suo team di manager, i ‘Ruggiero Boys’ o i ‘capitani coraggiosi’ compie una leggerezza”.
“Le responsabilità partono dai vertici della piramide – banche d’affari internazionali, lobby finanziarie, istituzioni, top management – e poi a mano a mano scendono fino alla base dove troviamo ad esempio il dipendente che ha truccato le SIM per arrotondare la busta paga”.
“Il gioco è proprio quello di una collusione tra i poteri della finanza internazionale e l’ignoranza e l’incapacità dei nostri politici che hanno, in pratica, regalato la governance a una minoranza di azionisti a scapito dell’azionariato diffuso”.
“E ho tanto la sensazione che questo piano di distruzione dell’azienda sia stato quasi organizzato a tavolino dal gruppo invisibile di persone che gestisce le politiche monetarie mondiali; mi riferisco alla Fed e alla BCE … ovviamente con la complicità dei gruppi industriali italiani”.
“Faccio solo un piccolo esempio: Morgan Stanley, Goldman Sachs e Lehman Brothers (i controllori della Fed) hanno ereditato parte del patrimonio immobiliare di Telecom Italia a prezzi stracciati (palazzi venduti a 500 euro in zone residenziali di Roma e Milano a metà anni 2000). Che motivo avevano di comprare centrali telefoniche di un Paese allo sbando?”.

ZN: Come evitare il crollo finale? Su che cosa puntare?

“Oggi la partita si gioca sul web. Ci sono 500.000 piccoli azionisti Telecom e ASATI ne ha raccolti solamente 5.000. Sembra uno scherzo ma purtroppo è così. Ma il fenomeno delle adesioni è esponenziale. Mi auguro fra 1-2 anni di triplicare il numero degli iscritti arrivando al 3-4% del capitale dell’azienda per poter organizzare delle alleanze con altre forze nuove e mandare più membri al CdA, soprattutto dipendenti azionisti. Non mi aspetto un aiuto dai politici ma dai 500.000 azionisti per cambiare lo stato delle cose. Alla fine anche la casalinga ed il pensionato ci daranno la loro adesione”.
“Ovviamente se si cambiasse immediatamente lo statuto del CdA che prevede 12 membri su 15 per i gruppetti di maggioranza, la strada sarebbe notevolmente in discesa”.

 

Giuseppe Oddo è un giornalista di ambito economico, inviato del “Sole 24 Ore”.
È coautore - con Giovanni Pons di la Repubblica – di due libri di successo: L’Affare Telecom. Il caso politico-finanziario più clamoroso della Seconda Repubblica, Sperling & Kupfer, 2002 e 2005
e L’intrigo. Banche e risparmiatori nell’era Fazio, Feltrinelli, 2005
anche Opus Dei, il segreto dei soldi. Dentro i misteri dell’omicidio Roveraro, l’ultimo suo saggio, Feltrinelli, 2011, scritto con Angelo Mincuzzi.

Maurizio Matteo Dècina
È vicepresidente dell’Associazione degli azionisti di Telecom Italia (Asati). Laureato con lode in Economia e commercio con una tesi sulle fibre ottiche, ha iniziato la sua carriera nella società di consulenza internazionale Ernst & Young, occupandosi di strategie e finanza. Dal 1996 ad oggi ha lavorato come analista finanziario in progetti di innovazione e sviluppo. Ha ricoperto anche la carica di capo area nella controllata Auna Telecomunicaciones, secondo gestore spagnolo dopo Telefónica.

 

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